La maledizione della torre by James Dashner

La maledizione della torre by James Dashner

autore:James Dashner [Dashner, James]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2022-09-21T12:00:00+00:00


9

UN’ORA dopo, tutti erano pronti per dormire, a eccezione di Andrea. Era seduta accanto a me sul divano – il mio letto – con i tre bambini più piccoli sdraiati sul pavimento ai nostri piedi. Wesley stava già russando sulla poltrona reclinabile, la bocca aperta come una balena pronta a risucchiare un po’ di krill. È un buon segno, pensai. Dorme come se non avesse alcuna preoccupazione al mondo. Aveva lasciato la lampada accesa, e un romanzo di Joe Hill giaceva aperto sul suo petto.

I due ventilatori da pavimento stavano andando al massimo, trasformando l’intera stanza in una galleria del vento.

Andrea dovette parlarmi direttamente nell’orecchio per farsi sentire. «Come fate a dormire così? Se non morite congelati, diventerete sordi per tutto questo rumore.»

Le battei sulla mano come se fosse una sempliciotta. «Hai molto da imparare. Questo è ciò che chiamo pura estasi. Quel suono rassicurante, la sensazione della brezza sul volto. È meglio del sesso.»

«Allora immagino che tu l’abbia fatto solo quattro volte.» Indicò ognuno dei miei figli a turno.

La battuta mi fece ridacchiare; non riuscii a farne a meno. «Buona questa.»

Lei si appoggiò a me e mi mise la testa sulla spalla. C’è un detto sull’infilarsi un vecchio paio di scarpe che dev’essere la peggiore analogia possibile per tutto ciò che riguarda Andrea, ma era qualcosa del genere. Era sempre stato così alle superiori. Flirtavamo, ci baciavamo, avevamo anche fatto dell’altro. Ma non ci eravamo mai… impegnati. Non avevamo mai avuto una relazione seria. Eravamo amici, amici per la pelle. Ed eravamo tornati proprio a quel punto.

«È per questo che sono venuto a supplicarti», dissi. «Avevo bisogno di questo. Avevo bisogno di te.»

Lei mi diede una pacca sul petto. «Lo so. È tutto come dovrebbe essere, come se il tempo non fosse passato. Sono contenta di trovarmi qui.»

Sollevai un braccio per passarglielo intorno alle spalle e la strinsi a me. «Ti chiedi mai…» iniziai, ma lei mi premette un dito sulle labbra.

«Non adesso. Sono stanca. Per favore, lasciami prendere sonno così. Questo ventilatore è rilassante.»

Sorridendo soddisfatto perché aveva capito, mi spostai per mettermi un po’ più comodo, e lei si spostò con me.

Poi mi addormentai con il vento che mi soffiava sulla faccia.



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